Lo sport a Trento: un'opportunità da valorizzare

Nei confronti dello sport, Trento ha ritrovato il proprio baricentro: due squadre – una di pallavolo e una di pallacanestro – ai vertici nazionali e internazionali, e una di calcio che ha saputo conquistare una posizione di rilievo e che può crescer ancora. Va da sé che, su queste premesse, è doveroso adeguare gli standard impiantistici, che oltretutto fornirebbero servizi ulteriori a una città che, lo si è visto, ha fame di spettacoli e di concerti di grande richiamo, ma non dispone di contenitori adeguati ed avrebbe, invece, organizzatori all’altezza. D’altra parte, restando in tema, non potrà rientrare nel circuito degli eventi da 100.000 persone delle star internazionali, per le quali è forse più ragionevole fare come si è sempre fatto: se si voleva andare a sentire Bruce Springsteen, ci si spostava.

Intanto, però, abbiamo delle compagini che ci hanno dato emozioni intense e ne siamo semplicemente orgogliosi. C’è poi da dire che spesso questi risultati innescano effetti emulativi, per cui è più che lecito attendersi che molti giovani si accostino agli sport di squadra identificandosi con i campioni di casa nostra e che, come si dice, possa crescere un movimento destinato a radicarsi e a far crescere altri campioni.

Non è poi secondario dedicare una breve riflessione ai presupposti di ogni successo sportivo di squadra, nel senso che dietro a ogni giocatore, dietro alle persone che scendono in campo, ci sono allenatori, preparatori, tecnici, dirigenti, medici, staff  (possiamo aggiungere anche un pubblico di sostenitori?) che confermano un assunto solo in apparenza banale: come non è il campione che fa, da solo, la squadra, così non c’è una grande squadra che non abbia dietro di sé una grande società. Questo è un segnale che è bello cogliere perché ci dice che cambiare, crescere, ottenere risultati di grande rilievo è possibile. E ci fa anche vedere come.

Lo sport, d’altra parte, non è fatto solo di competizioni e di successi. Noi crediamo anche a una sua dimensione parallela: quella di essere una grande metafora della vita. Crediamo a uno sport praticato in tutte le condizioni e in tutti i momenti della vita, come un grande insegnamento e una grande risorsa. Perché l’attività sportiva ci insegna la determinazione e l’incontro con i nostri limiti, ma anche la possibilità di superarli (dunque ha una dimensione educativa); ci ricorda (questo è il senso della squadra) che al mondo ci sono anche gli altri; ci fa stare meglio e ci garantisce salute e benessere, generando anche un risparmio sulla spesa sanitaria; ci richiama al rispetto delle regole e degli avversari; ci fa incontrare altre persone; può produrre ricchezza anche economica (soprattutto in Trentino, che ha la fortuna – e la reputazione – di essere un grande impianto sportivo naturale a cielo aperto).

È vero, il Trentino rimane ai primi posti in Italia per numero di praticanti e per ore dedicate al movimento, ma ancora una volta non dobbiamo guardare agli altri per dirci che siamo bravi: dobbiamo migliorare, anche, ad esempio, comprendendo e contrastando il tasso di abbandoni che colpisce l’adolescenza. Sosteniamo, dunque, le competizioni, le società sportive, l’utilizzo degli impianti, rinunciando però all’ansia da prestazione che ci fa credere che lo sport sia tutto e solo lì.